Investimenti e impegni, anche in Italia, per ridurre il trasporto su strada, potenziare le interconnessioni tra porti, interporti e ferrovie e abbattere la quota di emissioni causata dal trasporto merci.
Tra le strategie che l’Europa ha indicato a sostegno della transizione ecologica c’è lo sviluppo di una rete per il trasporto delle merci che consenta di ridurre il transito su strada, così da abbattere una significativa quota di emissioni di CO2. La logistica intermodale rappresenta oggi uno degli strumenti più importanti per la realizzazione di un futuro green e beneficia perciò di grandi investimenti e impegni normativi. Il percorso non sarà breve, ma anche l’Italia si è messa in cammino per potenziare le interconnessioni mare-strada-ferro-aria.
Perché la logistica intermodale è più ecologica
La rete di logistica intermodale sfrutta la combinazione di diverse modalità di trasporto – aereo, marittimo, ferroviario, stradale – consentendo alle merci di raggiungere la loro destinazione in un’unica unità di carico con un minor impatto sull’ambiente. Oggi però quasi tre quarti delle merci in transito in Europa viaggia ancora su strada e questo segmento è responsabile da solo del 72% delle emissioni dell’intero settore trasporti; i camion incidono da soli per un quarto della quota.
Lo sviluppo di arterie e infrastrutture attorno a porti e interporti ne garantirebbe una netta riduzione. Analizzando l’impatto delle “Autostrade del mare”, il centro studi di Alis (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile) ha valutato che i servizi marittimi per l’import-export tolgono dal traffico circa 1,7 milioni di camion e 2 milioni di tonnellate di CO2. I porti italiani rivestono un ruolo chiave all’interno del Mediterraneo: rappresentano il punto di arrivo e partenza del 37% delle Autostrade del mare. Lo stesso studio stima che nel 2021 il trasporto intermodale ha evitato il transito sulle strade italiane e su quelle dirette negli altri paesi UE di 5,8 milioni di camion pesanti, un totale di 139 milioni di tonnellate di merci, con l’abbattimento di 5,3 milioni di tonnellate di emissioni, soprattutto sulle tratte interne.
Gli investimenti sulla logistica intermodale
Non stupisce dunque che solo tra il 2014 e il 2020 l’Unione Europea abbia investito 1,1 miliardi di euro per lo sviluppo del trasporto intermodale e di una logistica più efficace che valorizzi tutti gli anelli della supply chain. Di pochi giorni fa la relazione con cui la Corte dei Conti UE ha fatto il punto sull’espansione – ancora lontana – della rete intermodale europea, indicando quali nuovi sforzi, modifiche normative, incentivi, dialogo tra i paesi membri, sono necessari per aumentarne la competitività: “La decarbonizzazione dei trasporti è al centro dell’obiettivo dell’UE di ridurre le emissioni di gas a effetto serra, come previsto dal Green Deal europeo. Il trasporto merci intermodale è uno strumento fondamentale in tal senso”.
Le strategie per il nostro paese passano ora attraverso il Pnrr e interessano gli snodi cruciali della rete intermodale, dove al di là degli adeguamenti infrastrutturali si aprono cantieri per terminal e poli logistici per lo stazionamento e lo smistamento delle merci.
Tra gli operatori ferroviari, FS Italiane ha annunciato, attraverso il Polo Logistica, investimenti per 2,5 miliardi di euro su nuovo materiale rotabile, terminali multimodali e il potenziamento di interporti e piattaforme logistiche. L’obiettivo è incrementare la quota di merci che viaggia su treno per centrare il 30% richiesto dall’Europa. Il dato italiano (11%) e attualmente al di sotto della media europea (19-20%) e significativamente inferiore a quello di paesi confinanti come la Svizzera e l’Austria (35%).
L’impegno di BELL Group per una logistica sostenibile e smart
La logistica rappresenta uno degli asset più rilevanti per BELL Group, come il ceo Cesare Lanati ha confermato nella recente intervista per Pambianco News: “Da ex operatori specializzati nel mondo del fresco faremo tanto sviluppo anche legato alla intermodalità, all’interscambio tra rotaia e gomma e, se possibile, anche su nave. La logistica va a soddisfare un mercato che richiede di stoccare i beni e poi di trasportarli o viceversa. Non c’è una moda che si esaurisce se non un limite fisiologico legato alle dimensioni delle piattaforme logistiche. La logistica si sta trasformando con un travaso di tipologia di prodotto con una concentrazione di volume che richiede piattaforme sempre più grandi. L’e-commerce ha spostato volumi e traffici all’interno della logistica. Ha dato un imprinting di crescita e accorpamento. Del resto, la logistica stessa è competitiva quando realizza grandi masse critiche”.
Anche la logistica si inserisce dunque nella vision di BELL Group che fa della sostenibilità un pilastro per lo sviluppo delle città del futuro: green, smart e interconnesse.