Con una quota sempre maggiore di aziende che sceglie lo smart working in forma strutturale, cambiano i modelli di spazi ufficio: condivisione, innovazione e flessibilità le parole chiave
Nel mondo del lavoro il grande cambiamento è ormai avviato e non riguarda più solo i modelli organizzativi ma gli stessi spazi ufficio. Rientrata l’emergenza pandemica, lo smart working non ha perso per le aziende il ruolo di nuovo paradigma con cui confrontarsi e le ha condotte anzi a ripensare e rivedere il concetto di ufficio: come e dove garantire ai lavoratori “da remoto” strumenti e spazi che permettano la condivisione di obiettivi, la flessibilità? Gli spazi di coworking possono rispondere a molte di queste esigenze, garantendo ambienti di lavoro performanti pur se delocalizzati.
Con lo smart working cambiano gli spazi ufficio
Negli uffici italiani, nel 2023, sono rimaste vuote 3,5 milioni di scrivanie: è il numero degli smart worker nel nostro paese. Un numero che pur se diminuito dopo i picchi dei lockdown è comunque in costante crescita rispetto al periodo pre-Covid. La recente ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano stima che nel 2024 i lavoratori agili saranno 3,65 milioni, concentrati in particolare nelle grandi aziende che per la quasi totalità prevedono ormai iniziative di smart working con modelli strutturali ed esteso via via a nuovi profili professionali. Anche le PMI però si muovono in questa direzione e non da ultimo gli enti pubblici.
Un trend che comporta una ridefinizione del concetto di ufficio che si fonde con quello del coworking, dando vita a soluzioni ibride: dal tradizionale head quarter si passa oggi a luoghi in cui diverse figure professionali, anche di aziende diverse, possono fermarsi per periodi anche limitati, favorendo così il networking, la contaminazione di idee, la creatività.
Spazi uffici: un’azienda su cinque investe nella riorganizzazione
Il lavoro agile ha ormai un ruolo centrale nelle dinamiche produttive, come conferma anche l’ultima Indagine Confindustria sul lavoro, che ha interessato oltre tremila aziende italiane associate. Proprio in risposta a questa tendenza, circa un quinto delle aziende intervistate da Confindustria ha dichiarato di aver investito nella riorganizzazione degli uffici o prevede di farlo al più presto. La modalità del lavoro da remoto richiede infatti, come hanno riconosciuto le imprese, di investire sulle attrezzature fornite ai dipendenti (con il vantaggio di una maggior produttività) facilitando però anche l’incontro e la comunicazione.
Tra le opportunità offerte dal lavoro agile ci sono, come entrambe le indagini evidenziano, una migliore conciliazione tra vita e lavoro e positivi risvolti sull’ambiente: si calcola infatti che due giorni a settimana di lavoro da remoto evitino l’emissione di 480 kg di CO2 all’anno a persona. A questi temi si aggiunge anche quello dell’innovazione: riorganizzare gli spazi uffici diventa infatti per le aziende occasione per compiere importanti passi in avanti nel processo verso la digitalizzazione del lavoro.
I nuovi spazi ufficio delle sedi di Regus by BELL Flex
A questi temi Confindustria Varese ha dedicato un focus durante l’incontro “People, l’impresa di crescere insieme” ospitato negli spazi di lavoro condiviso della sede Regus di Varese nel mese di ottobre. Un dialogo con Andrea Bonfanti, presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Varese, Alba Ciserani, dell’Area Education e Capitale Umano, Alessia Accardo ed Elisabetta Vernocchi, Area Previdenza e Welfare, Fisco e Diritto di impresa, Maria Carla Trogolo, responsabile Iniziative Impact Intesa Sanpaolo, nato con l’intento di favorire il welfare aziendale anche tramite una più attenta conciliazione dei tempi famiglia-lavoro e specifici casi di studio. Sempre a Varese il 23 novembre si è parlato invece di trasformazione digitale per le PMI, attraverso lo studio di best practice e azioni concrete per lo sviluppo delle aziende del futuro con Sportello Azienda Digitale e Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.
È in quest’ottica che le sedi di coworking sanno porsi come modelli attrattivi per aziende grandi e piccole interessate a promuovere un lavoro da remoto di qualità o a delocalizzare alcune attività. Gli spazi sono studiati, anche dal punto di vista architettonico, per offrire uffici di varie metrature che ospitino postazioni singole o per il lavoro in team e sale riunioni, tutte dotate delle più moderne attrezzature per essere connessi e operativi in modo performante, oltre a spazi conviviali per favorire il dialogo e la condivisione. Così sono costruiti per esempio gli spazi di Regus che offre alle aziende e ai professionisti contratti modulabili, a seconda delle necessità, nelle sedi aperte in tutta Italia. Tra le ultime, inaugurate in partnership con BELL Group, quella di Como, da poco ampliata con un terzo piano di uffici oltre a un rilancio del concept per le sedi di Trieste, Cagliari e Varese che assumono sempre più il significato di meeting point grazie a incontri periodici di approfondimento e networking.